mercoledì, novembre 19, 2014

La voglia di veder le stelle

E' il 1993

Un giovane, undicenne Andrea, viene a sapere che esiste questo gioco, chiamato Wing Commander...regista manda una foto


nella sua un po' scrausa ma tutto sommato miracolosa conversione per Amiga (Andrea era un amighista che sognava un costosissimo Pc) e scopre, leggendo TGM, che non è solo un gioco dove piloti astronavine. E' una storia, dove tra una missione e l'altra puoi parlare coi tuoi compagni al baretto della nave madre (la tiger's claw) e, se muore un tuo compagno, celebrate il funerale e il suo nome sparirà dalla lavagnetta con la classifica dei migliori piloti; si va avanti nella guerra contro i Kilrathi.

Top Gun nello spazio, con più donne e meno sottotesto omosessuale.


Poi accade che in primavera, sempre su TGM , appare la foto di Strike Commander:

e la mascella si sloga.

Per far capire un attimo la portata di strike commander, considerate che, all'epoca, il top della grafica 3d nei simulatori di volo era ...

F 29 Retaliator

e a quel punto, ti trovi improvvisamente QUESTO

Texture mapping, montagne vere e non piramidi su una tavola da biliardo, virtual cockpit...
è ovvio che l'Andrea, appassionato di qualsiasi cosa voli, cade nella disperazione più nera.

Per far girare tanto splendore non ci voleva un 286 (il pc "base" dell'epoca, roba da un milione) e neanche un 386 (pc di un certo livello, sui 2,5 milioni, in euro sarebbero intorno ai 2000)

No, ci voleva la roba dei ricchissimi, il 486 Dx, altrimenti si vedeva a 6 fps.

Tutti questi giuochi avevano dietro una persona, tale Chris Roberts, questo tizio:

texano dal sorriso piacione


che, oltre alla fissa per far comprare hardware costosissimo, teneva, più che altro, a farti vivere una storia e a creare un mondo "tangibile e vivo" ("we create worlds" era il motto della Origin, software house di appartenenza)

Era uno dei miei miti da bimbo

I seguiti di wing commander erano una roba da paura che abbinavano  grandissime fasi di combattimento spaziale (inferiori in ogni caso a xwing della lucas eh) a scenette e scenette con attori veri su sfondi ridicoli disegnati con la cg dell'epoca.

Per attori veri si intendeva: Mark Hamill (luke skywalker), Biff Tannen (pardon non ricordo il nome dell'attore e non mi va di cercare, lui è Biff), Malcom Mcdowell (sì, alex di arancia meccanica) e Tim Curry (quello del rocky horror)

La vena narrativa andò tanto avanti che poi alla fine ci fu proprio il film, na mezza schifezza.


e poi l'OBLIO


tutto questo fino al 2014, quando un tuo amico, Peter, parla improvvisamente di un gioco piuttosto ambizioso, Star Citizen, che tenta di unire fasi di combattimento spaziale con esplorazione a piedi di pianeti, sia Online che Offline.

vedi il trailer, ne rimani piacevolmente impressionato (regista, il trailer)


Leggendo un poco, salta all'occhio quel "Roberts Industries"

Le prime cose che saltano alla mente sono.... Neutro Roberts, e pensi che faccia schifo come attinenza con lo spazio.... Julia Roberts, e pensi alla prostituzione.

Solo dopo 4 secondi cominci a pensare a quel Roberts e alle corrispondenze col tuo passato e... ZAC TUTTO TORNA










PS

... il post poteva finire prima, era più d'effetto, ma sticazzi, Chris Roberts è di nuovo tra noi, la sua mente è pronta nuovamente a creare mondi, a osare, a rischiare di fare una cazzata mostruosa.

Vai Chris, tanto il panorama videoludico di alto borgo attuale è desolante, perso in ezio auditore e in infiniti seguiti tutti uguali.

Ridacci le chiavi del regno di Fantasia

1 commento:

Unknown ha detto...

Ottimo che sia tornato nella mischia, con un genere a lui consono (e dal video, anche se è solo un "simulatore di fisica delle navicelle nello spazio", i risultati sembrano promettere molto bene).