domenica, settembre 30, 2012

mercoledì, settembre 26, 2012

I miei album preferiti

Cosa che avevo intenzione di scrivere da tempo immemore: i miei  album preferiti di ogni tempo, con annesse ragioni. In ordine sparso: li posso scegliere ma faccio un po' troppa confusione ancora a dire quale è lo meglio. Doveva essere una top 10, poi una top 20, poi mi so scocciato e ce li ho messi tutti. Fate i bravi bambini e ascoltateli tutti.

la lista è dinamica, nel senso che se mi viene in mente qualche altro album, modifico il post senza pensarci su, non fate gli stronzi se trovate errori di grammatica o nella struttura delle frasi, sto rileggendo.




BloodSugarSexMagik - Red Hot Chili Peppers
La fotografia della Los Angeles dei primi anni 90, tutta spensieretezza, molto sesso, oscuri fantasmi di tossicodipendenza, servito in una ricetta di funk rock con la più grande base ritmica di tutti i tempi. Quando basta un TUMtstststststsCHAtstststsTUTUMCHAtststs (e chi lo conosce ha capito benissimo) o la devastante intro di funky monks per sintetizzare una band, un genere, ti rendi conto che davvero non si può andare oltre. Suonare per me significa insindacabilmente BloodSugarSexMagik, sono sporchi, non certo perfetti, ma la loro fusione musicale calcia culi. Peccato abbiano fatto una fine di merda.


  
Ten - Pearl Jam
Un esordio, per una band grunge, assolutamente insolito e figlio delle influenze musicali dei membri fondatori della band, che spaziavano dal genuino grunge dei mudhoney fino all'hard rock dei Led Zeppelin. Su tutti spicca ovviamente la voce di Vedder che,  per tutto il durare dell'album, ti parla del mondo in cui vive. Assassini, barboni, ragazze chiuse in cliniche psichiatriche, amori finiti, surf, ragazzini finiti sulle pagine di cronaca, vengono mirabilmente metabolizzati, con una notevole spontaneità, dal suo essere quello che è: un ventenne che fa i turni di notte alla pompa di benzina per tirare avanti. Su tutte consiglio "Deep" per le derive noise,  il testo oscuro e la voce di Vedder ai suoi limiti.



Dirt - Alice in Chains
Se Vedder era il bravo ragazzo, magari un pò pesantone, Layne Staley era il duro della situazione: tossicomane duro dalla voce alla carta vetrata e la disperazione "dietro l'angolo". La cosa bella è che il suono globale della band, lento e quasi metal, si accorda alla perfezione alla sua voce (che di tanto in tanto è praticamente un rantolo). Grande chitarra di Jerry Cantrell nelle parti più intense (Dam that river) e in quelle più tranquille (The rooster) che fungono diciamo da spazio per i vocalizi. Layne, come Vedder, descrive la sua vita di tossico con onesta e adolescente semplicità.




1964-1985 Affinità-divergenze Tra Il Compagno Togliatti E Noi, Del Conseguimento Della Maggiore Età - CCCP
Giovanni Lindo Ferretti prende la canzone cantautorale italiana, il punk e un certo modo teutonico di concepire l'industrial per lanciare la musica verso vette inesplorate e mai raggiunte. Tutto l'album è un "concept" sull'alienazione dell'uomo: le canzoni, estratte dal contesto, perdono la loro potenza "collettiva" risultando forse ridicole. L'album salta impazzito tra schitarrate punk, lissio emiliano, testi ermetici e "di poche parole" per concludersi in una visione piuttosto dark e insolita dell'Emilia Romagna resa film di zombie (tortellini al cervello). Fa niente che non esiste cantato, che è suonato dimmerda; è quello che lascia dopo prolungati ascolti a fare la differenza. Io sto bene, io sto male, ma è una formalità.



Italyan, Rum Casusu Çikti - Elio e le Storie Tese
E vogliamo parlare di Elio? Di gran lunga il mio gruppo italiano preferito. E dietro i loro testi deliranti si nasconde una formazione da paura. Prendere tutto ciò che nella musica è complicato e adattarlo al loro contesto garantisce ore di sghignazzo e compiacimento. Su immortali capolavori come "il vitello dai piedi di balsa", "uomini col borsello", la leggendaria "servi della gleba" si erge "supergiovane", l'unico brano al mondo prog rock per me degno di nota, vero manifesto della loro musica.





Loveless - My bloody valentine
Sicuramente l'album con il suono più strano di tutti, una cosa che, senza apposita preparazione spirituale, può risultare inascoltabile. Tonnellate su tonnellate su tonnelate di rumore, tutto genuino, tutto fatto giocherellando con gli amplificatori e i feedback, rendono il loro modo di fare musica senz'altro opinabile ma unico. La loro musica si esprime al massimo in "To here knows when": statica ma allo stesso tempo stratificata (su strati cacofonici ovviamente), la puoi ascoltare 20 volte cogliendo 20 suoni differenti. Rappresenta la naturale e originale evoluzione della psichedelia sonora, anche se preferisco le loro canzoni "più simili a una canzone"



 Andy Wharol - The velvet underground & Nico 
 Risparmiando a voi pochi lettori il pippone sulle sue 20 copie vendute, preferisco parlare di come la coppia Cale-Reed abbia de facto inventato almeno 2-3 generi musicali in un solo album. A distanza di ere geologiche non solo non risente del peso degli anni, ergendosi alfiere di un suono eterno, ma regala una spettacolare cartolina di tutto ciò che in quegli anni non era California-Hippie-Psichedelia. E dopo sunday morning, mirabile inizio, ti ritrovi in una sorta di viaggio negli inferi newyorkesi, tra droga, sadomasochismo droga ancora e chi più ne ha più ne metta, per finire con John Cale che vi dice "guardate, con una viola si può fare anche questo".




In concerto con la PFM - Fabrizio De Andrè
La prima cosa "composta da suoni" che abbia ascoltato in vita mia con una certa "attenzione", avevo circa 8 anni e nei viaggi col camper questo album spaccava, era praticamente il tormentone. Capisco che è un live ma se il serioso "cantautore" (egli, secondo la comune cultura, ne è l'idea platonica) non solo riesce a "muovere" le corde di un infante ma si lascia apprezzare sempre di più (anche dal punto di vista musicale in questo caso, vista la collaborazione, nonostante non ami il prog) allora fanculo, è capolavoro. Che poi, notevole ironia a parte nei testi, cazzarola che voce che ha! Ad avercela non mi vergognerei mai di favellare.



 Pornography - The cure
 Ok è suonato na lota, ok se sei batterista praticamente quest'album è la criptonite. Per chi riesce ad arrivare fino alla fine invece è una cosa incredibile: il suono opprimente rende come poche cose al mondo l'ansia di un ventenne Robert Smith. Non sono piagnistei adolescenziali, si percepisce a pelle la psiche decisamente compromessa del nostro ex magro, specialmente nei due capolavori assoluti "the hangin garden" (una visione in acido della cacciata dal paradiso) e "the figurehead" (che chi ci capisce qualcosa è bravo). L'album coi migliori testi di ogni tempo e stop!




Unknown Pleasures - Joy Division
Il complemento di Pornography. Se Robert Smith è più incline "all'immaginazione" le lucidissime considerazioni sulla (propria) vita (e diciamo sul suo fallimento) di Ian Curtis sono un qualcosa di assolutamente raggelante e ben si sposano con la musica minimalista (si, scarna e fredda) e la voce robotica, priva di qualsiasi emozione. Certo non si può fare a meno di pensare che lui secco ci è rimasto per davvero.






II - Led Zeppelin
Qualcuno avrebbe detto IV, io dico II. Riff di chitarra granitici e, a detta del mio amico Gerardo, la batteria più potente di tutti i tempi (e non possiamo che dargli ragione). La quantità di canzoni grandiose è imbarazzante: dalle esplosive "heartbreaker" (con page che a certo punto dice state zitti vedete che vi combino) e "Bring it on home" alla parentesi psichedelica di "whole lotta love" alla pura improvvisazione di "Moby Dick". La voce di Plant perfettamente adeguata al contesto "godereccio" che si respira durante l'ascolto.



 Kid A - Radiohead
Sei un novello studente universitario, hai iniziato a prendere una chitarrella, rigorosamente classica, in mano e boh, ti piacevano tanto i Radiohead "di paranoid android col video a cartoni animati". E ZAC, a quel punto Tom Yorke ti sorprende peggio della diarrea, facendoti capire che un musicista è una persona che assorbe influenze e, se bravo, le caga (sempre parlando di merdoso discorso) a modo suo. Nel caso Tom avea detto "azz che figo Aphex Twin, mo vi faccio vede che ci faccio io". Ne viene fuori un album strampalato che coniuga elettronica, noise, ambient che più ambient non si può, jazz, muri di suono. E l'universitario a zero esami gioisce.




Surfer Rosa - The pixies
Se la svolta noise l'hai avuta a 22 anni, pochi cazzi, la colpa è anche dei Pixies e, ovviamente, di fight club. Perchè se a 22 anni stai guardando un film "tutta trasgrssiòn" che si conclude con dei palazzi che cadono e "where is my mind" in sottofondo e non adori i Pixies avrai certamente qualche problema. Rimane un album bellissimo, immortale, in cui il noise si fonde con melodie pop "adolescenti" in maniera "dissonantemente" perfetta. Ci credo che abbia influenzato tutti i grungettoni a venire!





London Calling - The clash 
Londra, fine anni 70, ci sono i punk "quelli sporchi, quelli veri", la loro idiosincrasia "in generale" e i Sex Pistols come bandiera. E bell e buon ci sono i Clash. Joe Strummer, un pò meno bifolco della media, mischia questa idiosincrasia, conservandone un marcato "impegno sociale" (più definito però!) ma, fanculo a tutti, fondendola con il reggae (come hanno fatto i police, loro contemporanei) ripulendo la chitarra (che suona in ogni caso possente) e rallentando il tempo. Ne viene fuori la marziale intro della title track e, soprattutto, "the guns of brixton" (il dub, questo nuovo!). Le loro precedenti produzioni erano certamente più fresche ma London Calling ne formalizza in maniera indelebile il loro stile.




And out comes the wolves - Rancid
I Clash degli anni 90. Ok, meno rivoluzionari. Intanto la fusione di Pop, punk e ska si rivela perfetta e rende le loro canzoni non solo orecchiabilissime e visceralmente allegre (il grunge avea rotto i coglioni, decisamente) ma anche genuinamente "rocckerrolle" nel senso più antico del termine. Ok, talvolta sembra roba da Mtv e il loro lanciarsi nel sociale fa sorridere. Ma m piacen e basta. (e soprattutto non si sono mai svenduti, esistono ancora, con la loro cerchia di fan, e suonano ancora dannatamente punk rock californiano)





Trashed - Lagwagon
Discorso simile ai Rancid, loro sono i figliocci involontari dei Ramones e di quella musica che negli anni 60 si chiamava "surf rock". Per me rimangono la massima espressione del punk rock californiano (offspring andate a nascondervi, venduti). Essenziale, pulito nelle distorsioni, incalzante nella batteria (che DEVE dare sempre quel ritmo), preciso nella velocità delle chitarre, cazzone nei testi. Devono dare l'idea della california, del divertimento, di quelle cose da film coi teenager mmerigani al college. E ci riescono benissimo. "know it all" mia canzone punk preferita di sempre.




Lateralus - Tool
Potremmo parlare di miglior album di tutti i tempi. Testi oscuri e molto intimisti, cantanti dalla meravigliosa, potente e agghiacciante voce di James Keenan, vengono fusi con grunge e metal (in maniera blacksabbatheggiante) e con una smaccata influenza prog rock. I tempi dispari , vero simbolo del musicista pugnettaro, vengono funzionalmente impiegati per suscitare nell'ascoltatore una sensazione di inquietudine. L'urlo di Keenan alla fine di "The grudge" vale da solo tutto l'album, ed è solo la prima canzone.



The blizzard of Oz - Ozzy Osbourne
L'Ozzy post Black Sabbath rivela una vena pop ineguagliabile andando di fatto a creare uno degli album metal più grandi di tutti i tempi. Musicalmente questo album significa ovviamente Randy Roads: la sua tecnica incredibile, personalissima ma mai autoreferenziale e quel suono di chitarra "nasale" rimasto di fatto ineguagliato. Ne rimane il doppio riff leggendario di "Crazy Train", il suo assolo in tapping, uno dei miei preferiti, e ovviamente "Mr Crowley".






Daydream Nation - Sonic Youth
L'album noise per eccellenza, quella eccezionale fusione tra incroci di chitarra, rumore e melodia pop tradisce le influenze punk rock ma di fatto reinventa tutta la musica. Come i Pink Floyd, ma meno rompicoglioni. L'alternanza delle chitarre fanno sì che non si riesca a distinguere ritmica e solista; alcuni momenti, inoltre, sono una sorta di viaggio graduale verso una sorta di catartica minestra sonora. Ciliegina sulla torta l'alternarsi alla voce di Thurston Moore e Kim Gordon, marito e moglie, ideali inneiangh con alcune comparsate del rumorista Lee Ranaldo.





Appetite for destruction - Guns and Roses 
Il manifesto assoluto dell'hard rock tamarro, la vetta, mai più neanche lontanamente avvicinata. Come i Red Hot i Guns sono bandiera di quella L.A. tamarra e autodistruttiva, solo che mentre i red hot scopano e si drogano loro in più bevono birra e fanno a cazzotti (i cliche). In questo caso emerge la voce particolarissima di Axel ( pochi cazzi un miagolio ripieno di strafottenza), la solida ritmica e la chitarra blueseggiante di Slash, erede di Jimmy Page, meglio meglio molto meglio di Jimmy Page. Si inizia con Welcome to the Jungle, si viaggia con Nighttrain, Mr Brownstone, My Michelle.



Is this it - The strokes
Musica finto ribelle creata da 5 finto sciatti della New York bene. Potenzialmente una vaccata mostruosa. A conti fatti l'album che più di ogni altro rappresenta la mentalità "il rosso(c)": si beve, ci si diverte, non si pensa a tutto ciò che può accadere nei successivi 3 minuti. Non chiedetemi come sono arrivato a queste considerazioni, pensate alla loro musica finto ignorante con le canzoni senza intro e senza outro, con la voce che narra cazzate con l'aria di chi è consapevole di quello che sta dicendo: è probabile che anche voi starete urlando, giovani e ubriachi "lleeeeeeest naiiit sci seeees...o bebi donfil so daun!"




The Wall - Pink Floyd
A me in generale i Floyd un poco cacano il cazzo, come il prog e tutte le cose che iniziano con un campanellino e a mano a mano si aggiungono suoni ...per 10 minuti prima che qualcuno si degni di cantare (leggi crazy diamond). Wish you were here ha bei momenti, dark side non mi convince troppo ma non posso non ammettere che The wall sia grande. Come concept, come viaggio musicale e bafancul come canzoni! Another brick, Run Like Hell e su tutte Comfortably Numb e l'assolo di chitarra più bello di tutti i tempi. Gilomour Divinità. Però quando c'era syd Barret in Piper at the gates of down mi piacevano di più.





Kill'em all - Metallica
Dico Kill'em all e non Master: perchè è più spontaneo, coinvolgente, crudo e ignorante. La voce di James proprio non c'è, eppure la furia di Four Horsemen, con la sua lunga parte strumentale, fotografa un certo modo di fare musica: a Londra sono punk, nella Bay Area le sfuriate chitarristiche diventano velocissimi riff minimalisti. Ok, sono i Sabbath coi bpm accelerati, però Seek and Destroy spacca ancora a 30 anni di distanza.






Stone roses - The stone roses 
L'album che de facto ha creato il britpop anni 90, influenzando pesantemente l'atteggiamento cazzaro dei maledetti fratelli Gallagher. Gli stone roses due ne hanno fatti ma alla grande. Questo, il primo, fonde nelle canzoni pop psichedelia e ambient, il secondo (Second Coming) vira verso una rivisitazione in salsa inglese del funk. La mia preferita rimane "she bangs the drums" che, sotto una base leggera, nasconde "alcune allusioni" diciamo.






Creuza de ma - Fabrizio De Andrè
Impossibile non includerlo (quell'altro era live quindi non valeva!): De Andrè va oltre qualsiasi definizione di musica "etnica" narrando, in genovese antico, di marinai, viaggi, mercati, sesso, malinconia. L'effetto è straniante è incredibile: la voce, se non si conosce il dialetto o se non si è barato andando a leggere la traduzione, diventa puro strumento musicale e lascia all'ascoltatore la possibilità di immaginare quello che "le note" stanno dicendo. Anche barando, l'immagine dei marinai che, tornando dalla giornata di mare, percorrono viottoli verso il paese, ha volendo un qualcosa di infernale.In definitiva il mar mediterraneo fatto suono.





Thriller - Micheal Jackson
Come non si può non amarlo? Storicamente è l'album pop per eccellenza: la sua produzione, rasentando la perfezione, lancia Micheal dalla Motown a vette mai più neanche lontanamente raggiunte. Ma, a parte questo, l'universalità dell'album è per me data dal fatto che abbraccia tutti i generi musicali possibili: a volte pop, a volte disco anni 70, a volte hard rock (van halen!!!!) finendo per diventare, ragionando senza pregiudizi, un manifesto della musica in quanto tale. Che vi devo dì, la prima volta che ascoltai "beat it" (che include un altro dei miei assoli preferiti) avevo 11 anni e da allora probabilmente ho deciso quale sarebbe stata la mia strada musicale.




Rage against the machine - Rage against the machine
E' un pò come BloodSugar dei Red Hot, da cui i rage hanno preso probabilmente più di un'ispirazione ma, in questo caso, riveduto in una salsa "incazzato politico comunista" che lo rende un qualcosa di devastante, da far impallidire il più trucido dei metallari. Come per i Red Hot è l'unione musicale a fare la forza e, al cantato-rappato di Zach de la Rocha (perfetto) si uniscono la bellissima base ritmica e la fantastica chitarra noise di Tom Morello (uno che, e l'ha detto stivvvai, ha contribuito pesantemente all'evoluzione della chitarra elettrica). Il crescendo iconoclasta di "Know your enemy" sintetizza il loro modo di fare: intro"analogicamente effettato", base ritmica sottolineata da possente riff di chitarra, testo rappato, assolo semplicissimo ma d'effetto, stessa base ritmica questa volta distorta, urla finali.




Homework - Daft Punk
Si, mi piace l'elettronica, anche e soprattutto quando fa ballare. Se poi si parla di Daft Punk sfioriamo l'eccellenza. I ritmi martellanti ma ordinati e mai fastidiosi, i suoni "con quel qualcosa di casalingo, analogico, che sa di apparecchiature di poco conto" e, impossibile non parlarne, i meravigliosi video, hanno contribuito a creare il miglior album puramente elettronico, con tutto il rispetto per i "padri" kraftwerk!







Mellon Collie and the infinite sadness - The smashing pumpkins
Ok, è un album prolisso all'inverosimile, un calderone non troppo ordinato di tutto quello che passava per la testa di Corgan. Si parte di pianoforte, si finisce nella furia grunge-noise per poi, lentamente, virare verso ballate d'atmosfera "ripiene" di nostalgia. Quando tutte queste cose si mischiano ne esce "porcelina of the vast oceans". La chitarra distorta, qualche eco di elettronica, la batteria "colta" di Chamberlin, la voce "giusto un poco nasale" di Corgan lo rendono, di fatto, il canto del cigno del grunge.





Surrender - The Chemical Brothers 
Parliamo del meraviglioso filone "musica elettronica inglese anni 90" ma, per un nerd trentenne, Chemical Brothers = Wipeout... il gioco e i chemicals non possono essere per nessuna ragione separati. Surrender è l'apice della loro carriera: la loro musica, estremamente variegata e mai banale, abbraccia, in una visione molto personale, i più svariati generi musicali







Prodigy - The fat of the land
Hai 14 anni e un tizio dall'aspetto vagamente hooligan (che poi si scoprirà essere alto alcuni cm) dice di essere l'accendino e che forse puoi smetterla un poco di ascoltare tupac (che sarebbe schiattato a breve) e George Michael e la sua fastlove ricchiona. Il loro contributo alla causa musicale rimane per me quello di aver di fatto inventato un genere, ispirato sempre all'elettronica inglese anni 90 e pesantemente virato al rock: Fat of the land ne rimane la massima espressione. Smack my bitch up, Mindfields e Breathe, così diverse eppur così compatte!





Nirvana - Nevermind 
Questa volta hai 16 anni, ascolti Aerosmith, Rem, rock in generale quando a casa tua una sera ti arriva Cappello(c) co sto disco col bambino in piscina dicendoti "metti questo che è una cosa troppo potente". Era "teen spirit" assunto quando va assunto, a 16 anni, nel periodo di massima sensibilità immaginifica (e dunque anche massima tempesta ormonale onanistica nel mio caso). E teen spirit, con quella sua furia, quel testo assurdo che se lo traduci in italiano fa ridere, rappresenta un "formattatore di cervello", un "poi niente più sarà come prima". A parte questo resta un ottimo album, pieno di canzoni bellissime, squisitamente pop (Lounge act, Drain You, Lithium)



The doors - The doors
Preferisco separare la recensione dalla figura troppo invadente di Jim Morrison. E' un album assolutamente perfetto dove esplodono le influenze artistiche di ogni componente della band: i testi "colti" (ispirati agli scrittori contemporanei, ai classici greci e alla voglia de scopà) vanno a braccetto con la chitarra "spagnoleggiante", alla batteria Jazz e al marchio di fabbrica della loro musica, l'organo di Manzarek. E'rock, psichedelico, ipnotico, ma ben distante dai fricchettoni e con una più o meno velata aria di morte e dissolutezza. In pratica i Velvet Underground e i Jefferson Airplane fusi in una lisergica collisione. E poi c'è The end!!!





Emozioni - Lucio Battisti
Avevo solo 10 anni e quest'album mi piaceva molto, non sapevo il perchè. Col tempo ho cominciato ad apprezzare tanto i testi, talvolta disperati, talvolta ironici, talvolta stracciamaroni e il gusto musicale di Lucio. La musica italiana si fonde con quella europea e americana. Fiori rosa fiori di pesco se leggermente velocizzata è rock, il tempo di morire blues... Spesso i testi partono da "classica canzone italiana" per poi acquisire una certa dose di umana imperfezione (gelosia, tradimenti...) e la voce di Lucio è perfetta nel suo essere una schifezza.

martedì, settembre 11, 2012

La xenofobia delle fate

In quel tempo Andrea girava con Maria per centri commerciali alla ricerca di "materiali per la scrittura atti all'apprendimento di giovani allieve" (quaderni scolastici e diari). Le direttive di Maria erano precise e disse : "O Winx o niente". All'interno del confuso reparto Andrea si soffermò sui quaderni di siffatte fate e, scrutando le copertine alla ricerca della fata chiamata "Stella" notò un fatto inquietante.

Andrea aveva vaghi ricordi sul fatto che le autarchiche fate fossero ben più delle tre ritratte su quaderni e diari scolastici: studiando un attimo la cosa arrivò a cotanta agghiacciante verità.

Ma prima momento Piero Angela:

Le winx sono un cartone Autarchico, come le W.i.t.c.h. (prodotte insieme alla Disney leggo), solo che le bambine a delle povere streghette vestite male e coi colori di devastator hanno preferito di gran lunga le fatine vestite da tamarre.

Le winx sono sei, fonte wikipedia, tra parentesi il mio commento

  • Bloom: Leader del gruppo e principessa di Domino, un regno perduto che verrà riportato alla vita proprio dalla ragazza; (la strafiga insopportabile che, in parte grazie al suo potere tricotico, in parte grazie probabilmente alla maggior cattiveria di fondo, è diventata la femmina alfa del branco)
  • Stella: Vanitosa e principessa di Solaria. Migliore amica di bloom; (biondina acqua e sapone, ovviamente sottoposta di bloom ...migliore amica il cazzo si direbbe)
  • Flora: Dolce, bella e tranquilla; (la latina della situazione, che dunque è meshata e un filo tamarra, la guidos della cumpa se vogliamo)
  • Musa: Armonica, ma anche romantica; (minoranza step 1: l'asiatica, power ranger giallo)
  • Tecna: Intelligente e giusta; (capelli corti, dunque SICURAMENTE la sessualmente ambigua...studiando si legge che nelle prime versioni era una specie di robot...)
  • Aisha: Agile e iper-energica, è la principessa di Andros, un regno fatto per il 90% di acqua; (la nigga fairy... minoranza etnica 2, power ranger verde)
Alle sei ragazze, nella quarta serie se ne aggiunge una settima:
  • Roxy: Fata degli Animali, nonché figlia della regina delle fate terrestri. (vabbe questa non appare manco nei quaderni, chi se ne fotte, in ogni caso deduco sia stata inserita dalla sinistra per prendere i voti delle bambine animaliste)
EBBENE, tornando alla nostra discussione...

Andrea notò che i quaderni ritraevano SEMPRE e solo Bloom, Stella e Flora, anche nella versione "tutte insieme"!!!!

Come dire:

Capo direzione marketing delle Winx: "fate i quaderni: prendete solo la figa, la bionda e la tamarra, chi bambina volete che si compri la negra la cinese e la lesbica!"

Ma la cosa più bella l'ho letta cercando informazioni a riguardo, leggendo questo link: http://winxclubdreams.forumcommunity.net/?t=35486829

in pratica Aisha col tempo sta perdendo le labbra e si sta schiarendo la pelle...in pratica, come dicono nel post, sta diventando Micheal Jackson!

Il confronto:

Mò Nigga

Less Nigga


O tempora, o mores!