http://www.gazzetta.it/static_images/ciclismo/giroditalia/2013/tappa_dettagli_tecnici_planimetria_01.jpg?v=20130418124948
Dunque, nonostante il mio odio atroce verso i ciclisti, e la lucida constatazione che è tipo lo sport meno telegenico
di questo mondo, se si escludono le epiche scalate alpine, devo dire
che l'idea di far partire il Giro d'Italia dal Palazzo Reale di Napoli è
una cosa fantastica. Circuito cittadino, scalata a Posillipo.
Bellissimo, una cosa che uno dice "ma davvero una cosa del genere non
può essere una classica?" e, soprattutto, ti fa desiderare tanto tanto
un GP di Napoli, di qualsiasi categoria... f1, gt, gara di fiat panda
30.
Ma il momento commozione è, soprattutto, la seconda tappa: la cronometro a Ischia:
http://www.gazzetta.it/Speciali/Giroditalia/2013/it/tappa.shtml?t=02&lang=it
Per il semplice motivo che anni addietro, in alcuni rigurgiti di
salutismo estremo, io questa "tappa cronometro" la facevo veramente.
Sì, era vacanza e mi svegliavo alle 8.30 di mattina, ché il giro
mattutino da Casamicciola (passando po Prron e il lungomare) ai giardini
Poseidon, tappa intermedia Forio, con la Mountain Bike di mio Zio, era
ormai una classica. Poche macchine in giro e ciclisti cicciabomba che ti
surclassavano, non per forma fisica (col cazzo) ma OVVIAMENTE a causa
delle loro ben più performanti bici da corsa. Il tè freddo a un bar
scrauso di Forio aveva, durante il viaggio di ritonro, il sapore
dell'agonismo, del gran premio "degli infami tornanti".
In
effetti dopo Citara la strada non è che diventa bastarda, diventa
verticale: guarda caso anche i nostri dopatissimi atleti ben si
guarderanno dal raggiungere Serrara Fontana... e un giro vero dell'isola
rimane utopia.
In ogni caso, sì, sarò davanti alla tv a seguire il ciclismo (vedi un poco! io a seguire il ciclismo)
martedì, aprile 30, 2013
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