martedì, marzo 01, 2011

God of War

Non si può usare un titolo ironico, non è possibile dissacrare Kratos: se solo oso il timore di ritrovarmelo sotto casa che mi informa della sua venuta fracassandomi sul balcone il citofono con le sue celebri Blades si fa più che concreto!

Avevo avuto occasione di giocarlo "quà e là" in maniera molto superficiale e non  mi era piaciuto: ok, spettacolare ma... ed è un pò lento... e bayonetta è piu figa di un culturista incazzoso... e il gioco è Devil May Cry meno tecnico.... ed è tutto scriptato e bla bla bla... (e non capivo il grado di commozione ed esaltazione del mio amico Raffaele) (o commentavo sarcastico Francesco che alzava serrande con profusione di tastini di psp premuti)

QUESTI CAZZI! Ammetto di aver pensato male per anni

Giocandolo COME SI DEVE sono giunto a conclusione che è una delle migliori trilogie della storia dei videogiochi: oggi vi spiegherò il perchè, offrendovi un trattato di filosofia Nerd rigoroso e "vecchia maniera"

Partiamo innanzitutto dal principio base del buon videogiocare:

Da che mondo è mondo un videogiocatore DEVE provare un forte senso di immedesimazione nei confronti di quegli "sprite" o "attuali modelli treddi" con cui condivide fatica, soddisfazioni e (molte) morti. Molto bene: possiamo senza ombra di dubbio affermare che Kratos realizza una simbiosi col comune omino seduto sul divano difficilmente replicabile.


Giocato dall'inizio, cioè dal primo episodio, noti nuovamente quei difetti che avevi sbandierato per tanti anni; poi, piano piano, qualcosa cambia. Il punto di non ritorno è probabilmente alla seconda maxirissa con conseguente GENOCIDIO di mostri, scheletrini, satiri e bestiume vario: giusto il tempo di farla sembrare una cosa NORMALE. Proprio in quel momento il personaggio Kratos entra sottopelle e, oh my God, cominci piano piano a ragionare come lui. E la simbiosi inizia!


Scenetta classica: arrivano, inferociti, una bella muta di mostri, qualche ciclope, un generico gigante e anche qualche arpia, tutti insieme. In condizioni normali una persona, virtuale e reale ma armata di due spade attaccate alla men peggio con delle catene, dovrebbe o un minimo spaventarsi o almeno provare una sorta di senso di sfida "impossibile" nei confronti del bestiario in arrivo. Questo probabilmente accade fino al punto limite. Dopo, sicuramente, i pensieri del medio smanettatore di pad saranno i seguenti:

"Luride mostruosità, io sono uno Spartano incazzato nero con il mondo e con gli Dei; avrò solo ste due spade del cazzo ma porca puttana per quanto mi riguarda siete solo dei vermi, da macellare nel modo più violento possibile e non provate nè a resistere nè a farmi perdere tempo"

Segue confusionaria orgia di sangue, furia di scia di lame, solo in apparenza casuale (per il giocatore è tutto sotto controllo), combo da 500 e passa colpi, urla e anche qualche bestemmia, la convinzione di poter risolvere così qualsiasi problema della vita.
E non importa se il tuo avversario è un ciclope, una gorgone, una divinità, un F 16, una portaerei intera con tutti i suoi figliocci pronti a scattare, l'esercito svizzero... non fa più differenza.


E la controprova si ha quando il gioco ti pone faccia a faccia con dei puzzle: il PRIMISSIMO pensiero che frulla nella testa del giocatore medio è "perchè diavolo devo perdere tempo con questi prodigi dell'ingegneria dell'età classica? Problemi del genere possono essere IMMEDITAMENTE risolti sfasciando tutto" ... (e questo probabilmente è il maggiore difetto del gioco!)
...ma magari tutto ciò è voluto... aumentare il senso di frustrazione nell'utente aiuta ad immedesimarlo nella tragica figura dell'uomo che ha massacrato la sua famiglia e che ora è alla disperata (e sanguinosa) ricerca di qualcuno che, si presuppone, dovrà pagare un prezzo salatissimo.

E le battaglie con i boss???  Per quanto difficili nulla toglie dalla mente del giocatore l'idea che "quel minotauro e chitemmuort non ha nessuna possibilità contro di te", che dopo il decimo tentativo lo finirai in un'orgia di sangue! (e non parliamo del boss finale, con il quale ho miseramente fallito, lo ammetto)... E la cosa notevole è che tutto puntualmente accade!

Il problema a quel punto è che il processo di immedesimazione non solo è irreversibile ma influenza pesantemente la vita reale in tutte le sue forme:

1) Viabilità : Se il traffico è bloccato a causa di un Suv parcheggiato "come si deve" il primo pensiero che affiora nella mente è quello di cercare il proprietario, strappargli la testa dal collo e fracassarla sul cofano

2) Cronaca : Gheddafi, "Bill Haden" si nascondono e minacciano sboroni? Quali armi atomiche... basta andare con un paio di spadoni e vediamo se non la smettono ( oppure mandare kratos e accendere su rai 1 a pranzo e vedere le facce dei giornalisti che trovano i risultati)

3) Documentari : Se vedi la descrizione di una divinità il tuo primo pensiero non può che essere "ah lui? L'ho ucciso in questo modo : "

4) Pollon : Stesso discorso del punto tre, ma con maggiori probabilità di criticare il comportamento poco dignitoso della divinità in questione prima di pensare al modo barbaro in cui l'hai fatta fuori

5) Mitologia classica : Ercole combatte contro l'hydra? ma io già l'ho fatta fuori senza pensarci troppo,  Perseo combatte contro Medusa counterandola con uno specchio? Dilettante, io le ho strappato la testa! Ulisse resiste al canto delle sirene con argute tecniche? Io le ho fatte fuori. Teseo sconfigge il minotauro nel celebre labirinto? quanti minotuari ho ucciso facciamoci un pò i conti.... Icaro? Fatto fuori.  Poseidone? Ahahahha povero cristo. Athena? Non si faceva i cazzi suoi....
il mio libro "Dei e eroi della mitologia greca" non serve più  a niente!


Praticamente siete diventati dei malati mentali... e poi dicono che i videogiochi non servono a nulla!

Concludo citando il terzo episodio: l'inizio più spettacolare della storia, violenza a profusione, grafica incredibile, epicità estrema... come può la Ps3 gestire tutto ciò? Citando Raffaele : "semplice, è Kratos che minaccia la console e le fa fare quello che vuole" (ad ulteriore dimostrazione della mia tesi)

2 commenti:

Unknown ha detto...

Sappi che leggevo il post con la stessa espressione seriosa di Kratos per la sincera fierezza delle tue parole: hai praticamente fatto la summa in maniera estremamente corretta di ciò che è God of War come esperienza e non solo come gioco!

Aggiungo giusto un paio di personali punti di vista:

- sui puzzle secondo me l'immedesimazione avviene anche perché, da un lato, uno spartano sa ammirare il lavoro d'ingegno creato dall'uomo; dall'altro, sa anche che niente e nessuno può fermarlo, né un bestione semi-robotico grande più o meno quanto tutto lo schermo, né una stanza la cui stessa topologia è controllata da mille leve;

- la differenza di Kratos (perché il gioco si abbrevia COSI', altro che GoW) con Bayonetta e la saga di DMC è la seguente: Bayonetta è un gioco di una classe estrema, che punta a conquistare il giocatore sia con una giocabilità avvincente sia con ammiccamenti, sottoforma di citazioni nerd e/o delle mosse della protagonista (ricordiamo la SACRA regola di Bayonetta: è l'unico gioco in cui non si corre, ma obbligatoriamente si cammina); DMC invece è una serie più 'cool' che punta ad acchiappare il giocatore "per sfinimento" col suo tasso tecnico elevatissimo: ad esempio, i vari boss hanno ciascuno una propria strategia al limite delle possibilità umane, MA, come molti giochi Capcom (la saga di Daimakamura/Ghost n' Goblins per es.), la cosa risulta frustrante in senso positivo, in quanto "rimani lì fin quando non lo superi, per una questione di principio". Il punto carente di entrambi questi due giochi, comunque ottimi, rimane il lato della storia, coinvolgente sì, bella senz'altro, ma non altrettanto prona all'immedesimazione del giocatore quanto la sorte di Kratos.

Ottimo fiero post comunque!

Francesco ha detto...

Ti linko un fiero discorso di Kratos fatto al giocatore. E no, non è inventato.

http://www.youtube.com/watch?v=HbcAYvBtmeA