lunedì, settembre 25, 2006

Signori si nasce, maghi si diventa

Carissimi, la mia ultima Domenica è stata veramente “ai confini della realtà”: da buon appassionato mi sono recato a Hogwarts, cioè a via Cilea al Vomero, per partecipare a un torneo di Magic.

Il mago, che sarei io, si sveglia di buon ora, cioè alle 7 e 30 dopo aver fatto le 4 il giorno prima, perché il cinese, suo maestro di magia, ritiene che bisogna andare presto.
Durante il viaggio, mentre il cinese e il suo amico, tale Michele, mago e anche musicista assumono erbe magiche (che a quanto dire aiutano) il mago viene a sapere la prima cosa atroce: il torneo finisce la sera e dura tutta la giornata. La batosta è grossa, il pranzo domenicale è saltato! Pertanto il mago si reca dal salumiere, sprovvisto di panini, per procurarsi del cibo, rimediando degli umili paninetti del mulino bianco col prosciutto.
Appropinquandosi alla sede, il mago scopre una seconda cosa atroce: l’adunanza non è tra pochi e i potenti maghi sono circa 60 (!!) e molti, oltre a essere notevolmente nerd, sono considerati molto forti, il fior fiore della magia napoletana; il suo alleato Michele annuncia frasi tipo “quello è arrivato 3° al pro tour del 2003”, “quello è arrivato alla finale del campionato italiano”. Il mago comincia a sentirsi a disagio.
Il cinese viene accolto come un deus ex machina e tutti gli portano un doveroso rispetto, la gente intorno al mago comincia a usare un linguaggio arcano e incomprensibile fatto di parole quali “mana leak”, “mazzo aggro-control”, “counter-spell” e il mago si sente sempre più a disagio.
Da segnalare che un mago è adirittura una maga.
Il Mago a questo punto, iscrivendosi al torneo, riceve la tessera di giocatore e le sue imprese entreranno a far parte di una graduatoria mondiale.
Nel momento in cui il mago riceve le sue magia ha un’amara sorpresa: le sue magie non sono esattamente potentissime e le sue carte rare in realtà sono una vera schifezza; creare un grimorio, che è il mazzo, diventa un’impresa, impresa nella quale il mago viene aiutato dal cinese e dalla sua aura.
Al primo match il mago subisce la prima crisi: tutti gli altri maghi sono attrezzati di tutto punto con trendissimi portamazzi, bustine fashion che più fashion non si può, dadi dalle forme strane e professionalissimi segnapunti; pertanto il nostro povero maghetto si fa piccolo piccolo, attacca il suo mazzetto con una molla, elemosina due dadi e una penna al cinese e ricava le pedine dai plettri che porta sempre nel borsellino.
Il primo match, nel caos totale del negozio, è decisamente imbarazzante: nessuno dei due maghi conosce le carte, quindi la mano diventa estremamente lenta e confusa.
Le carte proprio non vanno, il nostro mago non crede nel cuore del suo grimorio e subisce una lenta sconfitta da un tizio gentile ma tutto sommato scarso.
Il secondo match è ancora più tremendo: il nostro mago viene letteralmente distrutto in 15 minuti da un evidente professionista che ne sapeva una più del diavolo.
Il mago a questo punto esce sconsolato, memore di due batoste consecutive e con uno 0 in classifica che deprime; il cinese, che nel frattempo ha vinto 2 match, lo consola dicendogli che è normale, che l’importante è fare esperienza.
Il terzo match è tremendo: anche con un avversario dal mazzo non irresistibile il nostro mago pesca pochissime terre e rimedia la solita figuraccia, pensando a questo punto (alle 15 e 40) ad un triste ritiro.
Spronato dal cinese il mago acquisisce nuova fiducia e comincia a comprendere un po’ le sue carte che, letteralmente, si riproducono come conigli e fanno nidiate di creaturine 1/1, cioè debolissime.
Al quarto match comincia a crederci e, grazie ad una creatura scarsissima soprannominata “il pollastro” e ad un notevole esercito di plettri, riesce ad avere ragione su un avversario che, giocando quasi solo a blu, aveva un mazzo scarsissimo e non faceva altro che pescare carte.
Il mago non ci può credere, i suoi potentissimi plettri hanno avuto ragione su un maghetto dotato comunque di buona esperienza.
Senza possibilità di riprendersi dall’impresa, il mago viene a conoscenza del suo prossimo avversario: un ragazzino cicciobombo di massimo 13 anni che noi chiameremo Harry Potter.
Il match contro Harry Potter è meglio di qualsiasi puntata di Yu gi ho: il mondo è chiaramente in pericolo e i due duellanti sentono la pressione del momento. Harry Potter è assolutamente logorroico, crede nel potere delle carte e a ogni pescata spera nella presenza delle sue “carte fortissime”. In quel covo di professionisti cominciano ad echeggiare frasi quali “tappo un rosso per far volare il pollo e ti attacco” , “ti attacco con i miei due plettri, il tappo della penna e con il pezzettino di carta” o “la mia bambolina ti distruggerà”.
Harry potter riesce a pareggiare all’ultimissimo secondo, salvandosi, a un solo punto dalla morte, per i 50 minuti di tempo scaduti.
Il mago è comunque soddisfatto perché Harry potter era uno spaccone (muccuso) e i suoi compagni di magia si burlano di lui e cominciano a ragionare con me del più e del meno.
Neanche un attimo di pausa e si arriva al sesto match, con un avversario adesso decisamente meno colorito: il mago all’inizio tentenna (un mostraccio 13/13 lo frega quasi subito) ma poi gli rifila una megabatosta evocando tutto quello che ha (anche sua nonna!) e nel terzo round lo consuma a poco a poco col suo pollastro, suo mostro preferito modello Pikachu.
Dopo il match intanto partono dei siparietti: il mago infatti ha una carta decisamente forte (che ovviamente non ha usato) e due suoi colleghi improvvisano una piccola asta per cercare di ottenerla: un tizio propone al mago addirittura 15 euro ma il nostro mago crede nell’amicizia e nel rispetto e decide di cederla al suo mentore, il cinese.

Alle 8.30 di sera il mago è sfinito e decisamente affamato, decide pertanto di tornare a casa non a cavallo di un drago come farebbe un vero mago ma con la fida metropolitana, forte di sette punti portati a casa che potevano essere addirittura 9 e senza aspettare il cinese che, essendo arrivato primo nel frattempo, doveva sostenere il playoff finale (almeno altre 2 ore!).

I tornei di magic saranno pure divertenti ma sono stressanti come due esami sostenuti in uno stesso giorno!

3 commenti:

Unknown ha detto...

dal tuo racconto, il torneo sembra quasi un incrocio tra una puntata di Yu-Gi-Oh! e una di South Park

non posso che concludere dicendo: "Andrea...stai su una brutta strada..."

Anonimo ha detto...

aia aia aia aia l'aura malefica del sellitto si è abbatuta su di te; 5 anni di sventura (questa x me è sventura) ti attendono
nu poco e pacienza
ah ti ci vorrebbe......... lo so io che ti ci vorrebbe

Anonimo ha detto...

e che caz rosà, m tien semp mmocc